Questo indicatore presenta la quota di popolazione che, sebbene abbia un lavoro, è colpita dalla povertà. Riguarda quindi la problematica dei cosiddetti «working poor».
Dal punto di vista dell’integrazione, una diminuzione del tasso di povertà delle persone occupate rappresenta un miglioramento della situazione.
Il tasso di povertà delle persone occupate è maggiore per la popolazione con passato migratorio che per quella senza.
Il tasso di povertà delle persone occupate non è variato in modo significativo dal 2014 in nessuno dei gruppi di popolazione considerati.
In ogni grande Regione, il tasso di povertà delle persone occupate è significativamente più alto per la popolazione con passato migratorio che per quella senza.
Persona occupata: è considerata occupata ogni persona che, durante oltre la metà del periodo di riferimento, esercita un’attività retribuita, dipendente o indipendente.
Economia domestica povera: è considerata povera ogni economia domestica il cui reddito disponibile si situa al di sotto della soglia di povertà (cfr. dati sul tasso di povertà).
Soglia di povertà: è calcolata secondo le norme della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS), correntemente utilizzate per misurare il diritto all’aiuto sociale in Svizzera. Si compone di un importo forfettario per la manutenzione e le spese individuali per l’abitazione, nonché di 100 franchi al mese e persona a partire dai 16 anni per altre spese.
Il tasso di povertà delle persone occupate corrisponde alla quota delle persone occupate dai 18 anni in su che vivono in un’economia domestica povera.
Se un’economia domestica è composta da adulti con statuti migratori differenti, lo stesso valore è contabilizzato sia per le persone con passato migratorio sia per quelle senza.
In seguito al nuovo quadro del sondaggio e al miglioramento del modello di ponderazione, i risultati a partire dal 2014 non sono più direttamente comparabili con quelli degli anni precedenti (interruzione della serie). Maggiori dettagli nel documento che segue.
