Questo indicatore presenta la quota di persone che occupano posti che si trovano nella parte bassa della scala salariale e fornisce informazioni sul precariato in termini di reddito.
Dal punto di vista dell’integrazione, una riduzione della quota di persone con salario basso rappresenta un miglioramento della situazione.
Le persone con passato migratorio, e in particolare quelle appartenenti alla 1ª generazione, occupano più spesso un impiego a salario basso rispetto alle persone senza tale passato.
Tra il 2013 e il 2020, la quota di persone che occupano impieghi a salario basso è leggermente diminuita in tutti i gruppi di popolazione considerati.
Tra il 2021 e il 2022, la quota di persone che occupano impieghi a salario basso è rimasta stabile tra la popolazione senza passato migratorio. Tuttavia, è aumentata tra coloro che hanno un passato migratorio, in particolare tra la 2a generazione o più.
In tutte le Grandi Regioni, la quota di persone con salario basso è più alta nella popolazione con passato migratorio che in quella senza. Il divario maggiore si osserva in Ticino.
Impieghi a salario basso: un impiego è considerato per convenzione «a salario basso», se la retribuzione calcolata sulla base di un equivalente a tempo pieno di 40 ore alla settimana è inferiore ai due terzi del salario lordo mediano standardizzato.
La quota di salari bassi corrisponde alla quota di lavoratori dipendenti che occupano un impiego a salario basso.
L’assegnazione dei dipendenti alla categoria dei salari bassi si basa sul livello di salario ricalcolato per una durata di lavoro standardizzata di 40 ore alla settimana, cosicché il grado di occupazione non influisca sull’assegnazione delle persone a questa categoria.
