L’indicatore «età media all’uscita dal mercato del lavoro» consente di sintetizzare in una cifra chiave l’uscita dal mercato del lavoro al termine della carriera professionale.
Le uscite dal mercato del lavoro avvengono a qualsiasi età, sebbene se ne constati un aumento dai 58 anni, il che coincide con l’età minima per avere diritto alla rendita del 2° pilastro. È stato scelto un limite superiore di 75 anni perché dopo tale età la quota di occupati è molto bassa.
Nel 2022 l’età media all’uscita dal mercato del lavoro era di 64,8 anni, in calo rispetto al picco osservato nel 2017 (65,8 anni). Questo indicatore riflette la differenza ordinaria (legale) dell’età di pensionamento tra uomini e donne: in media gli uomini lasciano il mercato del lavoro un po’ più tardi delle donne (nella media degli ultimi cinque anni: 0,8 anni dopo).
L’età media all’uscita dal mondo del lavoro varia secondo la condizione professionale, la nazionalità, il ramo economico e la professione esercitata: indipendenti, Svizzeri e occupati nell’agricoltura e silvicoltura rimangono attivi nel mercato del lavoro più della media. Di contro, le persone attive dei rami economici «attività finanziarie e assicurative» lasciano il mercato del lavoro nettamente prima.
Nell’indicatore presentato sopra, basta un’ora di lavoro alla settimana per essere considerati attivi sul mercato del lavoro (secondo la definizione internazionale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO)). Tuttavia, una quota consistente di persone dell’età presa in esame riduce il proprio grado di occupazione prima di diventare totalmente inattiva: qualora, oltre alle cessazioni dell’attività professionale, anche le riduzioni del grado di occupazione a meno di, rispettivamente, 20% o 50% siano considerate alla stregua del ritiro dal mercato del lavoro, l’età media all’uscita dal mercato del lavoro viene a trovarsi a un livello inferiore.
Vengono calcolate due misure alternative:
- le uscite effettive dal mercato del lavoro, più gli occupati che nel giro di un anno hanno ridotto il grado di occupazione del 20% o più a meno del 20%;
- le uscite effettive dal mercato del lavoro, più gli occupati che nel giro di un anno hanno ridotto il grado di occupazione del 50% o più a meno del 50%.
Confronto internazionale
L’OCSE pubblica un indicatore chiamato «average effective age of retirement» (età media effettiva di pensionamento). Anche questo indicatore è calcolato secondo l’approccio «mercato del lavoro» e si fonda sulle Labour Force Surveys (l’equivalente sul piano internazionale della RIFOS); per il resto, il metodo di calcolo è molto diverso. L’indicatore OCSE presenta il vantaggio di permettere raffronti internazionali, ma ha anche dei limiti in termini di precisione, dovuti all’uso di classi di età per multipli di cinque anni e al ritmo quinquennale*.
Il calcolo dell’OCSE è basato su tassi d’attività professionale di classi di età suddivise per multipli di cinque anni a ritmo quinquennale a partire da campioni indipendenti (non vi sono analisi longitudinali delle persone). La contrazione dei tassi d'attività professionale, per esempio tra il tasso dei 50–54enni nel 2009 e quello dei 55–59 anni nel 2014, è considerata una conseguenza delle uscite dal mercato del lavoro. Questa contrazione è ponderata con l’età media delle classi di età (p.es. diminuzione tra 50–54 anni e 55–59 anni => 55 anni).
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