Le ore di assenza corrispondono al tempo durante il quale una persona non si trova al proprio posto di lavoro, mentre normalmente dovrebbe esservi (malattia, infortunio, congedo maternità, servizio militare o civile, protezione civile, riduzione dell’orario di lavoro, conflitto di lavoro, motivi personali e familiari e maltempo). Non sono considerate assenze le vacanze, i giorni festivi e le assenze dovute alla flessibilità degli orari di lavoro.
Nel 2022 le assenze per motivi di salute (malattia o infortunio) rappresentano la quota più consistente del volume annuo delle assenze dei lavoratori dipendenti, seguite dalle assenze per «altri motivi» (vi fanno parte le assenze dovute a conflitti di lavoro, motivi personali o familiari, maltempo e le assenze dovute a quarantene o restrizioni di attività durante la pandemia del COVID-19) e da quelle dovute al congedo maternità.
Il tasso di assenza dei dipendenti a tempo pieno per motivi di salute, ovvero la durata annua delle assenze per motivi di salute in % rispetto alla durata annua contrattuale di lavoro, varia in funzione dei rami economici: nel 2022 i tassi più bassi si rilevano nei rami seguenti: «agricoltura e silvicoltura» (2,0%), «attività finanziarie e assicurative» (2,8%) e «attività professionali, scientifiche e tecniche» (3,0%). I tassi più elevati si registrano invece nei rami «costruzioni» (4,9%) e «trasporto e magazzinaggio» (5,0%).
Ad eccezione degli agricoltori e dei selvicoltori, il tasso di assenza dei dipendenti a tempo pieno per motivi di salute è fortemente legato al livello di qualifica professionale: il tasso meno elevato si osserva nelle professioni più qualificate, quello più elevato nelle professioni meno qualificate.
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