Comunicato stampa

Conto globale della sicurezza sociale 2022 Spese sociali in calo in Svizzera e in Europa nel 2022

05.02.2024 - Nel 2022 le spese per le prestazioni sociali in Svizzera hanno raggiunto i 207,8 miliardi di franchi, in calo di 4,2 miliardi di franchi (-2,0%) in termini reali rispetto al 2021. Una diminuzione delle spese sociali è stata registrata anche nella maggior parte dei Paesi europei (mediana: -3,5%). Nel 2020 avevano raggiunto un picco storico nel contesto della pandemia di COVID-19. Questa tendenza si spiega in gran parte con la ripresa economica post-COVID e il rincaro a seguito della guerra in Ucraina. È quanto emerge dagli ultimi risultati dell'Ufficio federale di statistica (UST).

Due effetti principali hanno contribuito al calo delle spese sociali nel 2022 in Svizzera e in Europa: da un lato il prosieguo nel 2022 della ripresa dopo la crisi economica legata alla pandemia di COVID-19, cosa che ha fatto diminuire le spese sociali per la disoccupazione. In Svizzera, le indennità per lavoro ridotto (ILR) e le indennità di perdita di guadagno legate alla COVID-19 sono ritornate ai livelli antecedenti, facendo diminuire le spese sociali per la disoccupazione di 7,4 miliardi di franchi. Dall'altro, la guerra in Ucraina e la situazione di tensione sui mercati dell'energia e dei prodotti alimentari hanno comportato un aumento generale dei prezzi, riducendo il valore reale delle prestazioni sociali erogate alle economie domestiche. L'inflazione è stata particolarmente marcata nei Paesi dell'Europa orientale, con valori a due cifre. Nel 2022, nonostante queste tendenze al ribasso, in Europa le spese sociali sono del 5,5% superiori al livello precedente la pandemia. In Svizzera tale divario era del 6,7%.

Calo delle spese sociali nel settore della salute in Europa

Nel 2022, con la fine della pandemia, nella maggior parte dei Paesi europei le spese sociali nel settore della salute si sono ridotte. È ad esempio stato così in Francia (-0,7%), in Germania (-1,7%) e in Italia (-4,0%). La situazione è diversa in Svizzera, dove le spese per le prestazioni sociali in questo ambito sono aumentate di 2,1 miliardi di franchi, cioè il 3,2% in più rispetto al 2021. Ciò è dovuto in particolare all'aumento delle spese per l'assicurazione malattie obbligatoria e alle assenze dal lavoro per malattia. L'aumento delle prestazioni sociali nell'ambito della salute è stato frenato dalla forte contrazione delle prestazioni legate alle misure di screening e vaccinazione, che sono quasi tornate ai livelli precedenti la pandemia.

Accoglienza dei rifugiati in Europa

Gli afflussi migratori dall'Ucraina e da altre regioni del mondo si riflettono nell'andamento delle spese sociali nelle categorie dell'abitazione e dell'esclusione sociale. Gli aiuti alle persone più svantaggiate, comprese quelle rifugiate, rientrano in quest'ultima categoria. Le spese nei settori dell'abitazione e dell'esclusione sociale sono aumentate notevolmente rispetto al 2021, soprattutto in molti Paesi dell'Europa orientale e meridionale, come la Lettonia (+82,2%), il Portogallo (+59,1%) e la Repubblica Ceca (+46,2%). Anche la Svizzera ha registrato un aumento di queste spese (+4,3% per l'abitazione e +10,5% per l'esclusione sociale). Tuttavia, le spese sociali in questi settori sono rimaste marginali rispetto alle spese totali per le prestazioni sociali (il 3,5% in Svizzera e il 3,0% in Europa, valori mediani).

Elevato livello di prestazioni nelle economie prospere 

Nel 2022, le prestazioni sociali in Europa ammontavano a 14 000 franchi a parità di potere di acquisto (fr. PPA) e pro capite (valore mediano). Nel confronto europeo, il livello delle spese sociali in Svizzera era elevato (23 800 fr. PPA pro capite), simile a quello di altri Paesi economicamente prosperi, come l'Austria (23 600), la Germania (23 000) o la Danimarca (22 500). Le prestazioni sociali della Svizzera si sono attestate al 26,6% del PIL, 3,4 punti percentuali al di sopra della mediana europea (il 23,2% del PIL). In percentuale del PIL, tuttavia, le spese sociali nei Paesi limitrofi sono state superiori a quelle svizzere: in Francia ne rappresentavano il 32,2%, in Austria il 29,7%, in Italia il 29,6% e in Germania il 29,2%.

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