Questo indicatore fornisce informazioni sull’esperienza soggettiva di discriminazione per motivi razzisti, ovvero sulla base della nazionalità, della religione, dell’origine etnica, del colore della pelle o di altre caratteristiche corporee distintive.
Dal punto di vista dell’integrazione, l’obiettivo è ridurre la quota di persone che hanno subito discriminazioni razziali.
Nella popolazione senza passato migratorio, la quota di persone che dichiarano essere state oggetto di discriminazione razziale è più di tre volte inferiore rispetto alla popolazione con passato migratorio.
Dal 2016, la quota di persone che dichiarano di aver subito discriminazione razziale è aumentata in tutti i gruppi di popolazione considerati.
In tutte le regioni linguistiche, la quota di popolazione con passato migratorio che dichiara di essere stata oggetto di discriminazione razziale è significativamente superiore a quella rilevata per la popolazione senza passato migratorio.
La discriminazione si verifica quando le persone vengono trattate in modo ingiusto o intollerante, umiliate, minacciate o messe in pericolo perché appartengono a un determinato gruppo (ad esempio, donne, persone di colore, ecc.).
Per misurare la discriminazione etnico-razziale, si è tenuto conto solo delle esperienze relative a nazionalità, religione, origine etnica, colore della pelle o altre caratteristiche corporee distintive. Sono state incluse nell’analisi solo le persone che hanno subito discriminazioni razziali nei cinque anni precedenti l’indagine.
Una persona potrebbe indicare diversi motivi di discriminazione.
