Indicatore di legislatura: Accordi bilaterali con l’UE
Estratto dall’obiettivo 12: per tutelare i suoi interessi la Svizzera ha bisogno di relazioni stabili con l’Unione europea (UE) e con gli Stati membri limitrofi. A tal fine l’accesso al mercato interno europeo e la collaborazione in numerosi campi, contestualmente alla salvaguardia della massima indipendenza politica possibile, restano il suo filo conduttore in materia di politica europea.
Significato dell’indicatore: l’Unione europea (UE) e i suoi Stati membri rientrano tra i partner più importanti della Svizzera tanto per il peso economico e politico che rappresentano quanto per la prossimità geografica e culturale. Nei confronti dell’UE la Svizzera persegue una politica di difesa dei propri interessi con accordi settoriali, la cosiddetta «via bilaterale». Vale a dire che le relazioni contrattuali tra le due parti sono regolate da accordi bilaterali che disciplinano settori rigorosamente delimitati.
L’indicatore mostra gli accordi e le decisioni dei comitati misti relative alle modifiche degli accordi conclusi tra la Svizzera e l’UE dal 2010. L’indicatore evidenzia quindi solamente l’aspetto quantitativo della cooperazione bilaterale e non fornisce alcuna indicazione circa la portata e l’importanza dell’accordo.
Obiettivo quantificabile: per approfondire le relazioni della Svizzera con l’UE intendiamo consolidare, stabilizzare e sviluppare ulteriormente la via bilaterale, perseguendo un approccio globale e coordinato che riguardi tutte le questioni aperte con l’UE. Lo scopo è stipulare accordi nuovi e aggiornati nei settori di reciproco interesse.
Nel 2021 sono state decise cinque modifiche di accordi tra la Svizzera e l’UE (senza gli ulteriori sviluppi di Schengen/Dublino).
Dal 2015 il numero degli accordi conclusi tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) e delle relative modifiche è fluttuante. Nel 2021 sono state decise cinque modifiche di accordi. Inoltre nel 2021 sono stati adottati 60 nuovi atti normativi Schengen/Dublino. Tra la firma di un accordo e il momento dell’entrata in vigore trascorrono solitamente alcuni anni.
Consenso della popolazione svizzera a favore del percorso bilaterale
Il percorso bilaterale che la Svizzera ha intrapreso dall’inizio degli anni 2000 incontra il consenso della maggioranza dell’elettorato elvetico. Nel 2022, l’83% delle persone intervistate facenti parte della popolazione con diritto di voto ha dichiarato di essere piuttosto o molto d’accordo riguardo al rafforzamento della cooperazione economica con l’UE, ma senza aderire a quest’ultima. Al contrario, la percentuale di persone che parteggiano per un’adesione incondizionata della Svizzera all’UE era più bassa, pari al 16%.
Migrazione tra la Svizzera e l’UE
Uno degli accordi bilaterali con l’UE è quello sulla libera circolazione delle persone (ALCP) tra la Svizzera e l’UE. In linea di massima, con questo accordo i cittadini svizzeri e quelli dell’UE hanno il diritto di scegliere liberamente, tra i Paesi contraenti, dove lavorare e soggiornare. Nel 2021, 98 056 cittadini dell’UE si sono trasferiti in Svizzera entrando a far parte della popolazione residente permanente del Paese. Più della metà di loro proveniva dai Paesi limitrofi: Germania (22%), Italia (17%) e Francia (16%).
Proporzioni simili si possono osservare anche per le 60 592 persone originarie dell’UE che sono emigrate dalla Svizzera nel 2021. In questo caso, circa la metà di loro era originario dei tre Paesi limitrofi: Germania (20%), Italia (15%) e Francia (14%). La seconda quota più grande di persone emigrate, tuttavia, era costituita da cittadini portoghesi (17%).
Collaborazione nell’ambito della ricerca e dell’innovazione
Le relazioni bilaterali tra la Svizzera e l’UE includono anche la cooperazione nella ricerca, che la Svizzera mantiene attraverso la sua partecipazione ai programmi quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione (PQRI). Affinché le ricercatrici e i ricercatori svizzeri possano partecipare a tutti i progetti dei PQRI, la Svizzera deve esservi completamente associata. In caso contrario, il personale di ricerca sarà escluso da alcune aree dei programmi e non riceverà più il sostegno finanziario diretto dell’UE.
Nell’8 PQRI (Orizzonte 2020), che è durato dal 2014 al 2020, la quota di partecipazione ai progetti da parte del personale di ricerca svizzero è stata del 2,8%, nell’ambito di 4944 progetti (stato: marzo 2022). La partecipazione svizzera è avvenuta principalmente nel quadro dei programmi di mobilità delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA), nonché nel Consiglio europeo della ricerca (European Research Council, ERC), nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e nei settori della salute e dell’energia.