Un tasso di imputati per una selezione di reati superiore alla media in un sottogruppo della popolazione residente permanente può significare una possibile carenza di integrazione in seno alla società. La scelta della selezione di reati si basa sui criteri seguenti:
– legame con le condizioni sociali dell’imputato (per esempio furti);
– legame con le opportunità e gli ostacoli riguardanti la prospettiva di un avvenire e la costruzione identitaria di un imputato nella società in cui vive (risposta tramite reati violenti come lesioni personali).
I reati che rientrano nell’ambito della violenza domestica sono stati esclusi dalla presente analisi in quanto corrispondono a una problematica particolare. Per effettuare un raffronto su un gruppo pertinente dal punto di vista criminologico, l’indicatore qui presentato si focalizza sugli uomini fra i 18 e i 34 anni residenti in modo permanente in Svizzera. Fra età, sesso e criminalità esiste infatti un legame.
Secondo Kuhn, l’uomo giovane rappresenta ovunque e sempre il profilo tipo. Apparentemente commetterebbe reati per distinguersi (manifestare la propria esistenza) come «reazione alla sua posizione sociale poco strutturata». Una volta definita un’identità sociale, la criminalità diminuisce: in poche parole, cala man mano che l’età aumenta [André Kuhn, Sommes-nous tous des criminels? Petite introduction à la criminologie, Charmey: Ed. de l’Hèbe, 2012].
Limite: la nazionalità non è un fattore criminogeno, a meno che una persona non provenga da un Paese in guerra. Al di là del sesso e dell’età non è disponibile nessun altro dato socioeconomico nella Statistica criminale di polizia (SPC) atto a poter valutare la causalità. Lo sono unicamente quelli degli imputati sui cui reati la polizia ha fatto luce.