Comunicato stampa

Conti economici dell'agricoltura 2016: stima Anno modesto per l'agricoltura, salvato dal calo dei costi di produzione

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Un 2023 dolceamaro per l'agricoltura svizzera

Neuchâtel, 04.10.2016 (UST) - Nel 2016 il reddito del settore agricolo svizzero è aumentato del 6,2% rispetto all'anno precedente, situandosi al di sopra della media degli ultimi cinque anni. L'aumento interviene dopo il netto calo subito nel 2015. L'anno è stato particolarmente negativo per le grandi colture, ma il calo dei costi di produzione e il miglioramento osservato nei mercati porcino e bovino ha inciso positivamente sul risultato complessivo. Queste prime stime si basano sui conti economici dell'agricoltura dell'Ufficio federale di statistica (UST).

Per quanto riguarda le entrate, nel 2016 la produzione totale dell'agricoltura svizzera si eleva a 10,2 miliardi di franchi, in aumento dello 0,9% (+90 milioni di franchi) rispetto al 2015. Inoltre, il settore dell'agricoltura ha ricevuto contributi pubblici (principalmente pagamenti diretti) pari a 2,9 miliardi di franchi, ovvero una cifra analoga a quella del 2015 (+0,2%, ovvero +7 milioni di franchi). Sul fronte delle spese si osserva una flessione dei costi di produzione dello 0,8% (-81 milioni di franchi), pari a una somma stimata a 10,1 miliardi di franchi. Il saldo relativo al 2016, ovvero il reddito del settore agricolo che retribuisce principalmente il lavoro e il capitale delle famiglie contadine (reddito da impresa netto), è stimato a 3,1 miliardi di franchi, il che corrisponde a un incremento del 6,2% circa rispetto al 2015 (+178 milioni di franchi).

Dopo il calo del 2015, nel 2016 il reddito per unità di lavoro torna ad aumentare

Il totale dei redditi sbloccati nel 2016 dal settore agricolo per remunerare i dipendenti (salari e contributi sociali, ovvero 1,3 miliardi di franchi) e i lavoratori indipendenti (reddito da impresa netto o reddito del settore, ovvero 3,1 miliardi di franchi) ha raggiunto i 4,3 miliardi di franchi, il che corrisponde a un aumento del 4,0% rispetto al 2015. Continua nel 2016 la diminuzione del numero di aziende agricole, assieme alla riduzione del volume di lavoro fornito nel settore agricolo svizzero, riduzione stimata a -1,4% rispetto al 2015. Di conseguenza, nel 2016, dopo il decremento di -6,2% nel 2015 rispetto al 2014, il reddito per unità di lavoro annuale è aumentato del 5,6%.

Produzione vegetale contrastata

Rispetto al 2015 il valore della produzione vegetale è rimasto stabile (4 miliardi di franchi, +0,2%). Tuttavia il quadro è contrastato. Il ritorno del freddo e le forti precipitazioni tra maggio e giugno hanno peggiorato la qualità e la quantità delle grandi colture, facendo del 2016 un anno cerealicolo negativo, con raccolti stimati a meno di 760'000 tonnellate. Occorre risalire agli anni 1970 per trovare raccolti altrettanto scarsi. Dopo il 2013 e il 2015, anche quest'anno il raccolto di patate si preannuncia magro, aggravato da una fine estate secca. Le quantità di barbabietole da zucchero attese sono inferiori all'anno precedente, come pure il loro prezzo, sul quale incide il crollo dei prezzi dello zucchero sui mercati internazionali. La produzione orticola in pieno campo, invece, continua a progredire a lungo termine; inoltre, rispetto a quella del 2015, quest'anno si prevede una vendemmia più prolifica.

I mercati suini e bovini ammortizzano il crollo del prezzo del latte

Nel 2016 la produzione animale è progredita dell'1,5% rispetto al 2015, pari a un importo stimato a cinque miliardi di franchi. La riduzione dell'offerta di suini all'inizio del 2016 ne ha comportato un aumento dei prezzi, che poi sono tornati a scendere in estate. Siccome i prezzi dei suini da macello rimangono comunque superiori a quelli dell'anno scorso, il valore della produzione lorda suina è progredita dell'8,7%. Le condizioni rimangono invece difficili nel settore lattiero, in particolare a causa del livello basso dei prezzi sui mercati internazionali, squilibrati dalla sovraproduzione su scala mondiale. Il valore della produzione lattiera è perciò diminuito dell'1,8% per l'effetto congiunto della contrazione dei prezzi (-1,4%) e delle quantità (-0,3%), contribuendo ad aumentare l'offerta di grande bestiame bovino da macello. Poiché la domanda rimane consistente, l'incremento del valore di produzione bovina è stimato al 2,7%.

Confermata la diminuzione dei costi di produzione

Nel 2016 i costi di produzione hanno continuato a scendere, attestandosi allo 0,8% rispetto al 2015. Il calo del prezzo del petrolio e la forza del franco svizzero rispetto all'euro hanno contribuito a comprimere i costi. Si osserva una retrocessione dell'indice dei prezzi per la maggior parte dei beni e servizi di consumo intermediari e per gli investimenti in macchine agricole. Gli ammortamenti continuano a diminuire. A lungo termine la contrazione del numero di aziende agricole contribuisce a far diminuire il volume degli edifici rurali.

I contributi pubblici, un'importante base per il reddito

L'apertura graduale dei mercati agricoli negli anni 1990 è stata accompagnata dall'introduzione di pagamenti diretti, che sono stati generalizzati nel 1999. Da allora, i contributi pubblici (sovvenzioni alla produzione) versati alle aziende agricole servono soprattutto a retribuire le prestazioni d'interesse generale. Stando alle prime stime, i contributi pubblici si mantengono a un livello analogo a quello dell'anno precedente. Con 2,9 miliardi di franchi, nel 2016 tali contributi rappresentano oltre il 22% delle risorse totali del settore agricolo svizzero, costituendo una base importante del reddito prodotto dall'agricoltura.

I cambiamenti nell'agricoltura svizzera visti in prospettiva

Dall'inizio degli anni 1990 la gamma di prodotti agricoli svizzeri si è sviluppata. Negli ultimi anni del secolo scorso i prezzi dei cereali sono diminuiti della metà, a seguito della graduale apertura dei mercati agricoli. Pertanto, il valore monetario delle grandi colture (cereali, barbabietole da zucchero, oleaginosi, patate) è sceso rispetto alle colture speciali (frutta e verdura, viticoltura e orticoltura). Nel 1990 costituivano ancora il 12% del valore di produzione totale, contro il 17% delle colture speciali, mentre oggi la loro proporzione non supera il 7%, rispetto al 24% delle colture speciali. Anche l'allevamento ha subito cambiamenti. Seppure il latte rimanga uno dei simboli dell'agricoltura svizzera, la quota rispetto alla produzione totale si è contratta, passando dal 24% del 1990 al 21% di oggi. Ha subito un decremento anche la quota dei suini, passata dal 12 al 9%. Dopo la retrocessione registrata negli anni 1990, la proporzione della produzione bovina è risalita a circa il 13%, mentre quella dell'avicoltura (pollame e uova) è quasi raddoppiata, raggiungendo il 5%.


 

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