Conciliabilità tra lavoro e famiglia in Svizzera e nel confronto europeo nel 2018 Grande flessibilità nei confronti dei dipendenti con compiti di custodia e assistenza in Svizzera
17.11.2020 - La Svizzera rientra tra i Paesi europei con una flessibilità relativamente grande nei confronti dei dipendenti che si assumono compiti di custodia e assistenza. In linea di principio il 70% può spostare con breve preavviso l’inizio e la fine dell’orario di lavoro per ragioni famigliari e il 53% può prendersi giorni interi liberi senza dover attingere dalle ferie. Quale maggiore ostacolo alla conciliabilità tra lavoro e famiglia vengono indicati principalmente gli orari di lavoro lunghi o poco adatti e il tragitto lungo per recarsi al lavoro. Questi sono alcuni dei risultati tratti dalla pubblicazione dedicata alla conciliabilità tra lavoro e famiglia in Svizzera e nel confronto europeo nel 2018 dell’Ufficio federale di statistica (UST).
Nel 2018 in Svizzera circa il 36% della popolazione residente permanente da 18 a 64 anni svolgeva regolarmente almeno un compito di custodia o assistenza: il 26,6% di bambini sotto i 15 anni, il 6,6% di bambini sopra i 15 anni o di altri famigliari adulti bisognosi di cura e assistenza e il 2,3% si è assunto entrambi i tipi di custodia e assistenza. Ciò corrisponde nel complesso a 1,9 milioni di persone. La grande maggioranza di loro è attiva professionalmente (il 96% degli uomini e l’80% delle donne). Questi risultati si basano sul modulo «Conciliabilità tra lavoro e famiglia» della Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera del 2018, coordinato su scala europea.
Grande flessibilità lavorativa per ragioni famigliari a favore dei dipendenti in Svizzera
Rispetto ai Paesi dell’UE28/AELS e in particolare ai Paesi limitrofi, la Svizzera è messa bene per quanto riguarda la flessibilità sul lavoro concessa alle persone che assumono compiti di custodia e assistenza. In linea di principio, il 70% dei dipendenti può spostare con breve preavviso l’inizio e la fine dell’orario di lavoro per ragioni famigliari (uomini: 74%, donne: 64%) e il 53% può prendere libero delle giornate intere senza dover attingere dalle ferie (donne: 57%, uomini: 49%). Nei Paesi vicini tali quote per entrambe le forme di flessibilità del lavoro a favore dei dipendenti sono nettamente inferiori. Per l’Austria le quote corrispondenti si situano rispettivamente al 49 e 38%, per la Germania rispettivamente al 38 e 34%, per l’Italia al 35 e 33% e per la Francia al 32 e 21%.
Riduzione dell’orario di lavoro: ripercussione più frequente per le donne che assumono la custodia dei bambini
La riduzione dell’orario di lavoro quale principale ripercussione sull’attuale attività professionale dovuta alla custodia dei bambini è più fortemente marcata per le donne in Austria (39%) e in Svizzera (38%) rispetto a quelle degli altri Paesi dell’UE28/AELS. In Germania tale quota ammonta al 27% e in Italia al 24%. In Francia, dove il lavoro a tempo parziale femminile è nettamente meno diffuso rispetto agli altri Paesi vicini, la quota è pari al 14%.
Francia e Svizzera: molte persone occupate citano almeno un ostacolo alla conciliabilità
In Francia (con il 63% delle donne e il 60% degli uomini) e in Svizzera (con il 61% delle donne e il 65% degli uomini) si annovera il maggior numero di persone occupate, le quali assumono compiti di custodia e assistenza, che hanno citato almeno un ostacolo importante alla conciliabilità tra lavoro e famiglia. In questi due Paesi, oltre la metà delle donne e degli uomini occupati ritiene che quello più importante sia uno degli ostacoli seguenti: orari di lavoro lunghi, orari imprevedibili o poco adatti, tragitto lungo per recarsi al lavoro, lavoro troppo esigente o faticoso. Nella maggior parte dei Paesi UE28/AELS una netta maggioranza non vede alcun ostacolo alla conciliabilità tra vita lavorativa e famigliare.
Lunghe interruzioni dell’attività professionale per oltre un quarto delle donne in Svizzera e in Austria
Tra le donne che hanno indicato di aver interrotto l’attività professionale, lo hanno fatto per complessivamente oltre cinque anni il 35% di donne in Slovacchia, il 33% in Ungheria e il 30% in Cechia. Anche in Svizzera e in Austria questa quota è considerevole (28%). In Germania tale quota si situa al 22%, in Francia al 10% e in Italia a il 7%.
Al contrario, la grande maggioranza di donne che hanno interrotto l’attività professionale per un pe-riodo piuttosto breve, non superiore ai 12 mesi, si osserva in Portogallo (89%), a Cipro (88%), in Belgio (75%), a Malta (74%) e in Spagna (72%). In Svizzera il 42% delle donne ha fatto un’interruzione di non oltre 12 mesi, in Austria è stato l’11%, in Germania il 29%, in Francia il 59% e in Italia il 69%.
Informazioni complementari, come per esempio grafici, si trovano nel PDF seguente.
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